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giovedì 18 agosto 2011

Il polo del casual by Renzo Rosso.

Esiste il “polo del lusso” detenuto dal Gruppo francese LVHM leader mondiale nel suo settore. E noi? Vogliamo essere da me meno? La risposta ce l’ha: Renzo Rosso propietario del marchio Diesel (specializzato nei jeans e nella moda casual) un uomo pieno di iniziative che ha annunciato di voler creare Il “polo del casual”.

 Attraverso la sua Holding “Only The Brave” che segue e gestisce già molti gruppi famosi come Martin Margiela e Sophia Kolosalaki, e le licenze come DSquadred2 e Vivienne Westwood vorrebbe acquistare altri marchi e licenze. 

È interessanto alla distribuzione e alle seconde linee, ma il suo sogno è quello di lavorare con il più grande della moda italiana Giorgio Armani (chi non lo vorrebbe). 

Rosso punterà sui contemporary, quello che viene chiamato "seconda linea", avrà spazi sempre più importanti nei department store (che coprono il 65% della distribuzione mondiale) e che occuperà molte delle posizioni che sono oggi del lusso. Sono abiti e accessori che si portano per più ore durante la giornata e in linea con la mentalità diversa dei giovani.

Il polo del casual mondiale sarà tutto esclusivamente italiano, vuole, come lo chiama lui, costuire un polo democrático; niente a che vedere con il polo del lusso costituiti dai colossi francesi che hanno fatto incetta di marchi storici del made in Italy come Bulgari o Gucci. Il polo del casual sarà si Made In Italy perchè sarà fatto in Italia da italiani. 

Renzo Rosso si confessa: il sogno dell’imprenditore, è essere punto di aggregazione per i marchi delle nuove generazioni, quelli che saranno i leader del futuro. Con questo nuovo progetto vorrebbe anche entrare in Borsa, per avere una gestione ancora più trasparente. Renzo Rosso si confronta da sempre con i giovani, un ambiente più difficile del lusso e che ha esigenze diverse. Come Margiela e Viktor & Rolf, oltre a Dsquared, quest' ultimo in licenza per 17 anni e adesso acquisiranno anche Just Cavalli. 

La strategia vincente sarà quella di presentarsi alla produzione e alla distribuzione con un portfolio di brand che consentano forza contrattuale. 

Quella di Renzo Rosso è un’iniziativa che porterà all’Italia il grande prestigio e la grande considerazione che ha perduto nel tempo.

 Finalmente nel nostro paese qualcosa di grande, nel paese dove ci sono grandissimi creativi, designer e solo per questo potremmo essere dei grandi competitori, potremmo mettere in ginocchio i nostri avversari... invece gli avversari si comprano tutto. Complimenti a Renzo Rosso. 


domenica 7 agosto 2011

Attenti a quello che indossiamo.

Ormai la moda è per tutti, si può essere fashionissime spendendo veramente poco e indossando con stile capi all’ultimo grido. Ma dobbiamo fare attezione a quello che compriamo, perchè molte aziende Low Cost per vendere il prodotto finito a costi sempre minori, delle volte risparmiano su quello che sono i processi di produzione mettendo a repentaglio la salute del consumatore. 

Sono i dermatologi a lanciare l’allarme: attenti a quello che indossiamo. Negli ultimi anni sono aumentate le dermatiti allergiche da contatto causate dagli indumenti che indossiamo. E sono molte, in effetti, le "cattive pratiche" che mettiamo in atto quando apriamo l'armadio, la mattina, per scegliere cosa indossare. 

Pantaloni stretti, scarpe troppo alte, vestiti che non ci coprono a sufficienza, insomma mettiamo vestiti per essere belle, attraenti e alla moda, senza pensare se ci facciano male. Ma pochi, invece, sanno che tra tutti i colori quelli scuri (nero in testa) sono i più problematici per la pelle. O che le stampe delle t-shirt possono essere perfino cancerogene. 

Realmente abiti e tessuti fanno male a chi li indossa, a chi li produce e soprattutto all’ambiente che ci circonda. Basti pensare che per "lavare" un paio di jeans "stone washed" servono oltre 13mila litri d'acqua. Per accelerare l'effetto di lavaggio e dare ai capi un effetto "già usato", si introducono nel bagno delle pietre abrasive. Tra le più comuni, le pomici che stropicciano il tessuto, riducendo anche la tonalità del colore. A rischio silicosi, invece, è chi lavora nel processo di sabbiatura (sandblasting) per "invecchiare" il denim. 

Bisogna far attenzione a quello che compriamo, per assicurarsi che il capo non sia nocivo occorre leggere sempre le etichette, perchè per fortuna ora le aziende sono obbligate dalle leggi commerciale a scrivere tutto ciò che riguarda quel determinato capo, dal tessuto al processo di produzione... Anche se c'è sempre un escamotage...